Mitologia greca

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Crono

Titano primogenito di Gea e Urano, assunse il comando dell'universo con la complicità della madre, evirando il padre che giaceva con lei. Gea intendeva infatti vendicare gli altri Titani che erano stati rinchiusi nel Tartaro. Si unì con la sorella Rea o Cibele, quando fu messo in guardia dagli stessi genitori, che gli predissero il futuro spodestamento da parte di uno dei suoi discendenti. Proponiamo un passo dalla celebre Teogonia di Esiodo, che ci illustra con quale astuzia Crono credette di aggirare il Fato: “E mano a mano che ciascuno veniva dal sacro utero alle ginocchia della madre, tutti li ingoiava il grande Crono, mirando che nessun altro che lui degli illustri Uranidi avesse tra gli immortali dignità regale”. E fu così che Ade, Demetra, Era, Estia e Poseidone furono inghiottiti dalle paterne fauci. Quando Rea rimase incinta di Zeus, invocò l'aiuto degli anziani genitori che le consigliarono di rifugiarsi a partorire in una grotta del monte Ida e di avvolgere poi un grande masso in un panno, dandolo in pasto al feroce marito che avrebbe così creduto di divorare l'ennesimo figlio. Divenuto adulto, fu ingaggiato in Olimpo come coppiere: dietro consiglio di Meti (la saggezza), il divino fanciullo mischiò sale e senape all'idromele del padre. Dopo aver ingurgitato l'ignobile miscuglio, vomito tutti i figli, compreso il masso (Abadir). Il seguito di fratelli e sorelle incitò Zeus a mettersi a capo della rivolta che si celebrò nella Titanomachia e che segnò la definitiva sconfitta di Crono, esiliato poi su una remota isola occidentale.



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